Lando Buzzanca, all'anagrafe Gerlando Buzzanca (Palermo, 24 agosto 1935[1] – Roma, 18 dicembre 2022), è stato un attore e cantante italiano.
Biografia
Nasce a Palermo in una famiglia di attori, infatti lo zio Gino è attore e, in seguito, lo diviene anche il padre, Empedocle (1910-1987), il quale in origine era proiezionista.[2] Compie i suoi studi nella città natale e a diciassette anni si trasferisce a Roma dove, mentre frequenta corsi di recitazione all'Accademia Sharoff (di cui è divenuto poi presidente onorario), inizialmente si adatta a lavori precari e poi esordisce come attore, dapprima in teatro e poi per il cinema.
Dopo alcuni film girati come comparsa, tra cui Ben-Hur in cui interpretava uno degli schiavi della galea, l'esordio ufficiale arriva nel 1961 con Pietro Germi, che lo sceglie per il ruolo di Rosario Mulè in Divorzio all'italiana e, successivamente, per quello di Antonio in Sedotta e abbandonata. Nel 1964 partecipa, come attore non protagonista, al film di Luciano Ricci Senza sole né luna[3], un film drammatico che racconta la dura vita da minatori durante gli ultimi mesi di scavo per il traforo del Monte Bianco.
La scelta dei successivi copioni non sarà sempre fortunata, ritrovandosi Buzzanca spesso a interpretare ruoli stereotipati di maschio siciliano amante delle donne ma un po' sciocco, tanto che la critica cinematografica lo relega inizialmente alla schiera dei caratteristi e degli interpreti del cinema di serie B, con l'eccezione del ruolo da protagonista nel 1967 di Don Giovanni in Sicilia, diretto da Alberto Lattuada.
Anni settanta
Anche se la critica continua a non essere benevola, la sua vena comica e la sua recitazione spontanea incontrano un vasto consenso di pubblico. Nel 1970 interpreta in televisione Signore e signora, in coppia con Delia Scala, che riscuote enorme successo. La sua battuta "mi vien che ridere" rimarrà un tormentone ricordato e ripetuto dal pubblico per anni.
Anche sull'onda del grande consenso televisivo, i suoi film cominciano a riscuotere un rilevante successo commerciale. La notorietà internazionale gli arriva con Il merlo maschio, commedia sexy all'italiana del 1971 diretta da Pasquale Festa Campanile. Negli anni seguenti si trova così a recitare al fianco di famose attrici di quel periodo, come Claudia Cardinale, Catherine Spaak, Barbara Bouchet, Senta Berger e Joan Collins.
Forte del suo successo commerciale, comincia anche a scegliere da solo i ruoli da interpretare: sue sono ad esempio le idee di film come L'arbitro, Il sindacalista e All'onorevole piacciono le donne, in cui tratteggia parodie di personaggi realmente esistenti e facilmente riconoscibili.
A metà degli anni settanta cala l'interesse per questo tipo di film e, inevitabilmente, diminuiscono gli impegni cinematografici di Buzzanca, che non si adatta alla moda della commedia sexy all'italiana, rifiutandosi di comparire in pellicole quali quelle che renderanno famosi attori come Alvaro Vitali ed Edwige Fenech, Gloria Guida e Gianfranco D'Angelo, preferendo lavorare in radio, dove per qualche anno sarà protagonista di Gran varietà con il grottesco "Buzzanco", erede del personaggio televisivo inventato per la serie Signore e signora.
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