Francesco Crispi (Ribera, 4 ottobre 1818 – Napoli, 11 agosto 1901) è stato un patriota e politico italiano.
Di famiglia proveniente dall'Albania, fu battezzato nella fede greco-ortodossa. Figura di spicco del Risorgimento, fu uno degli organizzatori della Rivoluzione siciliana del 1848 e fu l'ideatore e il massimo sostenitore della spedizione dei Mille, alla quale partecipò.
Inizialmente mazziniano, si convertì agli ideali monarchici nel 1864. Anticlericale e ostile al Vaticano, dopo l’unità d’Italia fu quattro volte presidente del Consiglio: dal 1887 al 1891 e dal 1893 al 1896. Nel primo periodo fu anche ministro degli Esteri e ministro dell’Interno, nel secondo anche ministro dell’Interno. Fu il primo meridionale a diventare presidente del Consiglio.
In politica estera coltivò l’amicizia con la Germania, che apparteneva con l’Italia e l'Austria alla triplice alleanza. Avversò quasi sempre la Francia, contro la quale rinforzò l’esercito e la marina.
I suoi governi si distinsero per importanti riforme sociali (come il codice Zanardelli che abolì la pena di morte e introdusse il diritto di sciopero) ma anche per la guerra agli anarchici e ai socialisti, i cui moti dei Fasci siciliani furono repressi con la legge marziale. In campo economico il suo quarto governo migliorò le condizioni del Paese.
Crispi sostenne tuttavia una dispendiosa politica coloniale che, dopo alcuni successi in Africa orientale, portò alla disfatta di Adua del 1896. L'evento portò alla fine della carriera politica di Crispi.
Il suo avversario politico principale fu Giovanni Giolitti che lo sostituì alla guida del Paese.
Le origini e la gioventù (fino al 1847)
La famiglia di Francesco Crispi era della cittadina di Palazzo Adriano, una piccola comunità agricola presso Palermo appartenente alla minoranza albanese (arbëreshë) di Sicilia. Il paese era stato fondato alla fine del XV secolo da albanesi in fuga dai turchi-ottomani e il nonno paterno di Crispi, anch’egli Francesco (1763-1837), era un sacerdote del clero greco-ortodosso. Il cognome Crispi in Sicilia e Calabria è difatti un tipico cognome arbëreshë, poi italianizzato.
Il figlio maggiore di costui, Tommaso (1793-1857), si stabilì a Ribera sposando una ricca vedova, Giuseppa Genova (deceduta nel 1853). Tommaso si affermò come amministratore di un importante proprietario terriero della zona, il duca di Ferrandina. Dal matrimonio di Tommaso e Giuseppa il 4 ottobre 1818 nacque a Ribera il primo maschio della coppia, Francesco Crispi, secondo di nove figli, che fu battezzato nella fede greco-ortodossa.
Il piccolo Francesco, all’età di sei anni, forse cinque, fu mandato presso una famiglia di Villafranca affinché ricevesse un’istruzione. Nel 1829, undicenne, entrò nell'importante Seminario Italo-Albanese di Palermo, dove gli fu impartita una formazione prevalentemente classica e dove acquisì la passione per la storia. Rettore dell’istituto era Papàs Giuseppe Crispi (1781-1859) cugino di Tommaso e quindi zio di Francesco; vescovo greco-ortodosso, filologo, grecista di fama e autore di studi sugli albanesi nell'isola. Il ragazzo rimase in seminario fino al 1834 o al 1835, anno in cui, il padre, divenuto sindaco di Ribera, incontrava grosse difficoltà politiche, di salute e finanziarie.
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