Armando Vittorio Diaz (Napoli, 5 dicembre 1861 – Roma, 29 febbraio 1928) è stato un generale italiano, capo di stato maggiore del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, ministro della guerra e maresciallo d'Italia, e nominato Duca della Vittoria alla fine del conflitto.
Biografia
La carriera nell'esercito.
Di lontane origini spagnole, nacque a Napoli nel palazzo sito in strada Cavone Sant'Efrem nuovo n. 22, oggi via Francesco Saverio Correra, in sezione Avvocata. Figlio dell'ufficiale di Marina Lodovico e di Irene dei baroni Cecconi, Armando fu avviato giovanissimo alla carriera militare come allievo dell'Accademia militare d'artiglieria di Torino, dove divenne ufficiale. Prese servizio nel 1884 al 10º Reggimento di artiglieria da campo, e dal 1890 al 1º Reggimento col grado di capitano. Nel 1894 frequentò la scuola di guerra, classificandosi primo, e l'anno dopo sposò Sarah De Rosa-Mirabelli. Dal 1895 al 1896 lavorò allo Stato Maggiore, nella segreteria del generale Alberto Pollio, e nel 1899 venne promosso maggiore, comandando per 18 mesi un battaglione del 26º Reggimento fanteria.
Tenente colonnello nel 1905, passò dopo alcuni anni alla Divisione di Firenze come capo di Stato Maggiore. Nel 1910, durante la guerra italo-turca, comandò il 21º fanteria e l'anno dopo il 93º Reggimento fanteria in Libia,[2][3] che era rimasto improvvisamente senza comando. Sempre in Libia, a Zanzur, fu ferito nel 1912.
Duca della Vittoria[modifica
Nel 1915, alla dichiarazione di intervento dell'Italia nella prima guerra mondiale, Luigi Cadorna lo nominò maggior generale, con incarico al Corpo di Stato Maggiore come addetto al comando supremo del reparto operazioni. Ma nel giugno del 1916 chiese di essere destinato a un reparto combattente. Promosso tenente generale di divisione, gli fu affidato il comando della 49ª Divisione nella 3ª Armata, e nell'aprile del 1917 assunse la carica superiore al XXIII Corpo d'armata. Questo breve periodo prima di Caporetto gli valse la medaglia d'argento al valor militare per una ferita riportata alla spalla.
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