Pietro Badoglio (Grazzano Monferrato, 28 settembre 1871 – Grazzano Badoglio, 1º novembre 1956) è stato un generale e politico italiano, maresciallo d'Italia, senatore e Capo del Governo dal 25 luglio 1943 all'8 giugno 1944. Fu nominato marchese del Sabotino motu proprio dal re Vittorio Emanuele e duca di Addis Abeba. Membro del PNF, dopo la deposizione di Mussolini guidò un governo di coalizione che condusse il paese all'armistizio. Venne inserito nella lista dei criminali di guerra dell'ONU su richiesta dell'Etiopia ma non venne mai processato.
Biografia
Gli anni precedenti alla I Guerra Mondiale
Figlio di Mario Badoglio, modesto proprietario terriero, e di Antonietta Pittarelli, facoltosa borghese, il 5 ottobre 1888 fu ammesso all' Accademia Reale di Torino, dove conseguì il grado di sottotenente il 16 novembre 1890 e di tenente il 7 agosto 1892. Nel febbraio 1896 fu inviato in Eritrea con il generale Antonio Baldissera e partecipò alla spedizione su Adigrat per liberare dall'assedio il maggiore Marcello Prestinari. Successivamente rimase sino alla fine del 1898 di guarnigione sull'altopiano. Tornato in Italia, fu promosso capitano il 13 luglio 1903 e partecipò fin dall'inizio alla guerra italo-turca (1911-12), ove fu decorato al valor militare per aver organizzato l'azione di Ain Zara e promosso Maggiore per merito di guerra, per aver pianificato l'occupazione dell'oasi di Zanzur.
La prima guerra mondiale
L'ascesa di Badoglio nei primi due anni di guerra
Tenente colonnello il 25 febbraio del 1915, all'inizio della prima guerra mondiale, Pietro Badoglio fu assegnato allo Stato Maggiore della 2ª Armata e al comando della 4ª divisione, nel cui settore insisteva il Monte Sabotino, privo di vegetazione e fortemente fortificato dagli austriaci, che, fino ad allora era giudicato imprendibile. In tale occasione, riuscì a convincere lo Stato Maggiore che per conquistare quella cima bisognava ricorrere a una tattica diversa da quella dell'attacco frontale, che aveva provocato migliaia di morti.
Invece di uscire allo scoperto, Badoglio ebbe l'idea di espugnarlo attraverso un dedalo di gallerie scavate nella roccia, quasi a contatto delle posizioni nemiche. I lavori per scavare e rafforzare le successive trincee durarono mesi.
Nel frattempo Badoglio, promosso colonnello nell'aprile 1916 e divenuto capo di Stato Maggiore del 6º corpo d'armata, continuò a dirigerli e comandò personalmente la brigata che prese d'assalto di sorpresa il Sabotino, e ne effettuò la conquista con poche perdite. Il 6 agosto 1916 fu promosso maggior generale per merito di guerra, e, in novembre, prese il comando della brigata Cuneo. Nel maggio del 1917 fu incaricato nel comando (incarichi superiori al grado) del 2º corpo d'armata qualche giorno prima dell'inizio della decima battaglia dell'Isonzo e conquistò il Vodice e il Monte Kuk, posizioni ritenute anch'esse quasi imprendibili.
Fu allora che il comandante della 2ª Armata, Luigi Capello propose la promozione di Badoglio a tenente generale per merito di guerra e, nella successiva undicesima battaglia dell'Isonzo lo destinò al comando del 27º corpo d'armata.
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