Bruno Canfora (Milano, 6 novembre 1924 – Piegaro, 4 agosto 2017) è stato un direttore d'orchestra, compositore, arrangiatore, paroliere italiano.
È entrato nella storia dello spettacolo e della musica leggera italiana come autore delle musiche di trasmissioni televisive e di canzoni che sono diventate degli evergreen: Fortissimo, Il ballo del mattone, Il geghegè (lanciate da Rita Pavone), Due note, Brava, Sono come tu mi vuoi, Vorrei che fosse amore, Zum zum zum (portate al successo da Mina), Da-da-un-pa, La notte è piccola (cantate delle gemelle Kessler), Stasera mi butto (incisa da Rocky Roberts), Soli, Né come né perché, Rome by Night, La vita (portata al successo internazionale da Shirley Bassey come This Is My Life), e moltissime altre.
Biografia
Figlio di Ludovico, dirigente della Banca Commerciale di Milano, appassionato di musica e chitarrista autodidatta, si avvicinò alla musica insieme col fratello maggiore Oreste, iniziando a studiare l'oboe con il maestro Leandro Serafin, primo oboe al Teatro alla Scala di Milano; Oreste, il fratello, si diplomò in fagotto e dopo la guerra entrò al Teatro alla Scala, dove è rimasto come primo fagotto fino alla fine della sua carriera; Bruno invece conseguì il diploma in oboe.
Iniziò lo studio del pianoforte contestualmente allo studio dell'oboe al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, grazie al professor Alessandro Longo, noto revisore, e al professor Enzo Calace, entrambi docenti di pianoforte al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. Studiò teoria musicale con il maestro Ettore Pozzoli.
In questi anni, inoltre, si avvicinò al jazz, grazie al suo insegnante di oboe Leandro Serafin, il quale lo spinse verso la musica americana, all'epoca difficilmente reperibile e spesso censurata dal regime, perché considerata troppo "licenziosa", iniziando a suonare in alcuni complessi. Durante la Seconda guerra mondiale, militare in marina, nel 1943 venne coinvolto dai tedeschi in un'orchestra, che trasmetteva da un'emittente radio a Padova, suonando musica americana, e qui conobbe la cantante Elsa Rovere, in arte Elsa Pejrone, già voce solista del complesso del Maestro Enzo Ceragioli, con la quale ebbe due dei suoi tre figli.
Con la Pejrone e con Tullio Gallo alla tromba organizzò un trio, che si esibiva nei locali del Veneto.
Nel 1945 venne chiamato dall'EIAR per suonare il pianoforte nell'orchestra di Venezia.
Si trasferì a Trieste, ancora occupata dagli Alleati, dove accompagnava con un complesso varie formazioni di rivista inglesi e statunitensi.
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