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Arthur Conan Doyle: quello di Sherlock Holmes, che era lì come corrispondente del Daily Mail. Scrisse che «nessun romano antico seppe cingere il lauro della vittoria alla sua fronte meglio di quanto non l’abbia fatto Dorando nell’Olimpiade del 1908» e che era «terribile eppure affascinante quella lotta tra un obiettivo lì davanti e un protagonista esausto».