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Domenico Rea è stato uno scrittore irrequieto, gioioso e addolorato, ironico e drammatico, lontano dalla vita politica, non si è mai assimilato a nessuna corrente letteraria, sebbene tutta la sua narrativa possa essere considerata per certe sfumature, neorealista, trattando il disagio ambientale e le ingiustizie, ma certamente Rea non è né Silone né Carlo Levi. In lui convergono classicismo, romanticismo (Boccaccio e Manzoni) e cultura partenopea (Basile, Mastriani, Imbriani)