Renato Dulbecco (Catanzaro, 22 febbraio 1914 – La Jolla, 20 febbraio 2012) è stato un biologo e medico italiano. È stato insignito del premio Nobel per la medicina nel 1975.
Le sue ricerche, compiute tra gli anni cinquanta e gli anni settanta, presso il laboratorio dell'Università di Bloomington, nell'Indiana, il prestigioso California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena, l'Istituto di virologia di Glasgow e infine il Salk Insitute di La Jolla in California, lo portarono alla scoperta del meccanismo d'azione dei virus tumorali nelle cellule animali; scoperta per la quale è stato insignito del Premio Nobel per la medicina nel 1975.
Biografia
Gli anni della giovinezza
Renato Dulbecco nacque a Catanzaro nel 1914, da madre calabrese e padre ligure. Suo padre era un ingegnere, mentre sua madre apparteneva ad una famiglia di professionisti[1]. Fin da bambino fu educato dai genitori al sacrificio e allo studio. Egli era ateo e fortemente antireligioso: cfr. l'intervista di Piergiorgio Odifreddi nel suo volume "Incontri con menti straordinarie", ed. Tea, 2007.
All'età di cinque anni, dopo la fine della prima guerra mondiale, si trasferì in Liguria con la sua famiglia, nella casa paterna di una frazione di Imperia: Poggi[2], dove il futuro Premio Nobel trascorse un'infanzia serena che favorì la sua curiosità e la sua vocazione per la ricerca scientifica. Qui visse anche alcune esperienze, fra cui la morte dell'amico Peppino, che furono decisive per la scelta della sua carriera futura, dal momento che si accese in lui la consapevolezza dell'impotenza della medicina dinanzi a malattie molto gravi. Durante gli anni del ginnasio e del liceo, in Italia ci fu l'avvento della dittatura fascista di Benito Mussolini e anche la tranquilla vita cittadina ne fu influenzata, al punto che il paesino di Porto Maurizio fu unito a quello di Oneglia con la nascita di una nuova città: Imperia.
Il padre, che lavorava nel Genio Civile, venne mandato prima a Cuneo, poi a Torino e infine a Imperia, dove il giovane Renato frequentava il liceo De Amicis, la spiaggia e un piccolo osservatorio. Già da ragazzo diede prova di grande ingegno e perspicacia, iniziò, infatti, a trascorrere il suo tempo libero presso l'Osservatorio Meteorologico e Sismico della sua città dove si dedicava alla costruzione di strumenti all'avanguardia grazie a quanto aveva appreso dalla lettura di alcune riviste scientifiche del tempo
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