Michelangelo Merisi (o Amerighi), noto come il Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 – Monte Argentario, 18 luglio 1610) è stato un pittore italiano. Formatosi tra Milano e Venezia ed attivo a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia fra il 1593 e il 1610, è uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi, dalla fama universale. I suoi dipinti, che combinano un'analisi dello stato umano, sia fisico che emotivo, con un drammatico uso della luce, hanno avuto una forte influenza formativa sulla pittura barocca.[1][2][3]
Di animo particolarmente irrequieto, affrontò diverse vicissitudini durante la sua breve esistenza. Data cruciale per l'arte e la vita di Merisi fu quella del 28 maggio 1606, a partire dalla quale, essendosi reso responsabile di un omicidio e condannato a morte per lo stesso, dovette vivere in costante fuga per scampare alla pena capitale.
Il suo stile influenzò direttamente o indirettamente la pittura dei secoli successivi costituendo un filone di seguaci racchiusi nella corrente del caravaggismo.
Giovinezza e formazione (1571-1595)
Prima del ritrovamento del certificato di battesimo di Michelangelo Merisi, si credeva che il pittore fosse nato nel paese bergamasco di Caravaggio, nel 1573. A seguito della scoperta archivistica nel Liber Baptizatorum della Parrocchia di Santo Stefano in Brolo, è ormai fuor di dubbio che Merisi sia nato a Milano, probabilmente il 29 settembre (giorno di San Michele Arcangelo, da cui forse il nome Michelangelo), visto che il certificato di battesimo è datato 30 settembre 1571. Il certificato di battesimo recita: «Adi 30 fu bat[tezzato] Michel angelo f[ilio] de D[omino] Fermo Merixio et d[omina] Lutia de Oratoribus/ compare Fran[cesco] Sessa».[4] Pur essendo nato a Milano, i genitori del pittore - Fermo Merisi e Lucia Aratori - erano nativi di Caravaggio. Nel gennaio 1571 i genitori di Michelangelo si sposarono e, sotto la protezione e l'aiuto del nobile marchese Francesco I Sforza di Caravaggio e conte di Galliate (che gli fece da testimone di nozze), si trasferirono a Milano, probabilmente per lavoro, poiché sembra che Fermo Merisi fosse un magister (cioè uno dei maestri-architetti addetti ai cantieri delle chiese milanesi).[5] È dunque ipotizzabile che essi vivessero nel quartiere centrale milanese dove, appunto, alloggiavano le maestranze della "fabbrica del Duomo di Milano", e delle quali faceva probabilmente parte anche Fermo. Di diverso avviso è, invece, Maurizio Calvesi, che ritiene che Fermo Merisi fosse in realtà "maestro di casa" dei marchesi di Caravaggio e che esercitasse "sia pure modestamente, il mestiere di architetto".
Nel 1577, a causa della peste, la famiglia Merisi lasciò Milano e tornò a Caravaggio per sfuggire all'epidemia, ma qui morirono sia il padre che i nonni del pittore. Terminata l'epidemia, nel 1584, Michelangelo e la madre, Lucia, tornano nel capoluogo lombardo. Oltre a Michelangelo, sono vagamente citati[dove?] altri tre fratelli, uno dei quali, tale Gianbattista, si farà poi prete. Il tredicenne Michelangelo invece, venne mandato a bottega da Simone Peterzano,[7] un pittore esponente del manierismo lombardo, che si professava un diretto allievo di Tiziano (si veda l'iscrizione in calce al suo autoritratto). Il contratto di apprendistato, datato 6 aprile 1584, fu firmato dalla madre, per un costo pari a poco più di quaranta scudi d'oro. Secondo Mia Cinotti e Gian Alberto dell'Acqua, "il contratto di apprendistato col Peterzano, del 6 aprile 1584, sanzionava certamente un rapporto già in atto, perché Michelangelo risulta abitante nella casa del maestro."[8] Tutte le varie date dei documenti sono certe, considerando che in quel periodo era appena stato riformato il calendario
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