Raffaella Carrà, pseudonimo di Raffaella Maria Roberta Pelloni (Bologna, 18 giugno 1943 – Roma, 5 luglio 2021[1]), è stata una showgirl, cantante, ballerina, attrice, conduttrice televisiva, radiofonica e autrice televisiva italiana.
Definita la regina della televisione italiana[2][3], è stata presente nei palinsesti televisivi dalla fine degli anni sessanta fino alla sua morte. Durante la sua lunga carriera è diventata un'icona della musica e della televisione italiana, riscontrando grandi consensi anche all'estero, soprattutto in Spagna.
Nel corso della sua carriera, come dichiarato da lei stessa in un'intervista sul settimanale TV Sorrisi e Canzoni, ha venduto oltre 60 milioni di dischi e, durante una puntata di Domenica In condotta da Pippo Baudo in cui era ospite, ha dichiarato di possedere 22 dischi tra platino e oro.
Nell'autunno 2020 il quotidiano britannico The Guardian incorona Raffaella Carrà come sex symbol europeo, definendola «l'icona culturale che ha insegnato all'Europa le gioie del sesso»
Biografia
Nasce a Bologna da padre romagnolo,[9] gestore di un bar[senza fonte] di Bellaria (cittadina della riviera adriatica all'epoca in provincia di Forlì, oggi di Rimini), e da Iris Dellutri (1923-1987[10]), di famiglia siciliana[11][12]. I genitori, tuttavia, si separarono poco dopo le nozze[13] e la piccola Raffaella passò gran parte della sua infanzia tra il bar del padre e la gelateria di Bellaria-Igea Marina. Proprio in quest'ultima, crebbe seguendo in TV la trasmissione de Il Musichiere, imparando a memoria titoli, balletti e ritornelli delle canzoni. A soli otto anni lasciò la riviera romagnola per proseguire gli studi direttamente a Roma, prima presso l'Accademia Nazionale di Danza, fondata dalla ballerina russa Jia Ruskaja, poi al Centro sperimentale di cinematografia.
Anni cinquanta e sessanta
La sua carriera cinematografica incominciò molto presto, agli inizi degli anni cinquanta, partecipando come attrice bambina, a otto anni, al film di Mario Bonnard Tormento del passato (1952), un melodramma strappalacrime (filone all'epoca molto amato dal pubblico italiano) nel quale interpretò il personaggio infantile di Graziella.[14] Tra il 1958 e il 1959 prese parte, con piccoli ruoli, ad altri tre film.
Nel 1960 conseguì il diploma al Centro sperimentale di cinematografia; nello stesso anno, prese parte ai film La lunga notte del '43 di Florestano Vancini e Il peccato degli anni verdi di Leopoldo Trieste. Contemporaneamente, incominciò anche il teatro, scritturata dalla compagnia Carli-Pilotto. Dopo un passaggio alla radio, dove su mandato di Luciano Rispoli, realizzò e condusse la rubrica Raffaella col microfono a tracolla, a metà 1962, il regista Stefano De Stefani la scelse come valletta di Lelio Luttazzi per il programma Il Paroliere questo sconosciuto.
Nel 1960 sostenne un provino per il ruolo di Rosetta (la figlia della protagonista Cesira, interpretata da Sophia Loren) per il film La ciociara di Vittorio De Sica, ma venne scartata in quanto ritenuta troppo matura per quella parte (poi affidata all'attrice italo-americana Eleonora Brown).
Partecipò quindi ad altre pellicole, tra le quali I compagni (1963) di Mario Monicelli e l'hollywoodiano Il colonnello Von Ryan (1965) di Mark Robson, ove ebbe come partner Frank Sinatra. Nel 1964 recitò nell'originale televisivo La figlia dell'oca bianca scritto da Edoardo Anton per la rubrica Rai Vivere insieme, diretta da Ugo Sciascia[15]. Nel 1965 recitò la parte di Costanza De Mauriac nello sceneggiato televisivo Scaramouche, con Domenico Modugno.[16] Negli anni sessanta le cronache rosa si occuparono spesso di lei per la relazione con il calciatore della Juventus Gino Stacchini,[17] durata otto anni.
Il 3 marzo 1967 venne trasmesso sul Programma Nazionale Tutto per bene, il film per la TV tratto dall'omonimo romanzo di Pirandello.
Nel gennaio 1968 fu alla conduzione di uno speciale in onda sulla seconda rete, intitolato Tempo di samba. Nel giugno dello stesso anno, partecipò allo sceneggiato Rai Processo di Famiglia, di Diego Fabbri e, sul finir dell'anno successivo, fu presente nello sceneggiato Il sorriso della gioconda.
Il cambio del cognome
Nella prima metà degli anni sessanta le fu dato lo pseudonimo Carrà, consigliatole dal regista Dante Guardamagna, il quale, appassionato di pittura, associò il suo vero nome, Raffaella, che ricorda il pittore Raffaello Sanzio, al cognome del pittore Carlo Carrà.[18] Tuttavia, Raffaella non riuscì a ottenere molto successo (in termini di popolarità) come attrice, tant'è che, all'inizio degli anni settanta, a seguito del successo ottenuto come showgirl in televisione, decise di abbandonare la recitazione (salvo alcune sporadiche ed isolate esperienze successive in alcuni film e sceneggiati TV), e di concentrarsi sulla carriera di presentatrice televisiva, soubrette e cantante, con la quale invece otterrà successo e fama a livello internazionale.
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