Maria Grazia Cutuli (Catania, 26 ottobre 1962 – Sarobi, 19 novembre 2001) è stata una giornalista italiana, assassinata in Afghanistan nel 2001.
Biografia
Dopo un esordio come collaboratrice del quotidiano La Sicilia e dell'emittente televisiva Telecolor, per i quali si occupa di spettacoli, si trasferisce a Milano, dove lavora prima al periodico Centocose, edito da Mondadori, e poi ad Epoca: con questa ed altre piccole collaborazioni diventa una giornalista professionista, prima di iniziare una collaborazione con l'UNHCR, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati. Qui matura un'esperienza nel campo della politica estera, la vera passione della giornalista catanese, che a metà degli anni novanta passa al Corriere della Sera, dal quale ottiene quattro contratti a termine a partire dal luglio 1997, fino ad essere assunta a tempo indeterminato il 2 luglio 1999.
La svolta per la sua carriera arriva il 13 settembre 2001, quando dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 di New York viene inviata in Afghanistan: partita per Gerusalemme, da qui si sposta in Pakistan e poi in Afghanistan.
Il 19 novembre dello stesso anno, mentre si trova nei pressi di Sarobi, sulla strada che da Jalalabad porta a Kabul, a circa 40 chilometri dalla capitale afghana, viene assassinata insieme all'inviato di El Mundo Julio Fuentes e a due corrispondenti dell'agenzia Reuters, l'australiano Harry Burton e l'afghano Azizullah Haidari. Quello stesso giorno, esce sul Corriere della Sera il suo articolo "Un deposito di gas nervino nella base di Osama".
Le indagini e il processo
Un processo in Afghanistan ha portato alla condanna a morte di tre persone. La famiglia Cutuli si è sempre opposta all'applicazione della pena capitale per gli assassini di Maria Grazia
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