Leonardo Sciascia

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NATO IL 08-01-1921
MORTO IL 20-11-1989
Italia Leonardo Sciascia è stato uno scrittore, saggista, giornalista, politico, poeta, sceneggiatore e drammaturgo italiano - Infinita Memoria ha realizzato questo Memorial, per omaggiare un Uomo che attraverso il merito della sua opera si è distinto, ricoprendo un ruolo importante nella vita sociale culturale del Paese. E’stato quindi doveroso da parte nostra, erigere un monumento alla memoria, la dove poter indirizzare i nostri Infiniti ringraziamenti
Pubblicato il 04/09/2012


Postato il 20/11/2014

“La contraddizione definisce Palermo. Pena antica e dolore nuovo, le pietre dei falansteri impastate di sangue ma anche di sudore onesto. La Mafia che distribuisce equamente lavoro e morte, soperchierìa e protezione". (Leonardo Sciascia) „
Salvini
Postato il 30/09/2012

Prolungate il più possibile la veglia funebre. Accertatevi che sia morto davvero. -- Leonardo Sciascia
Vale
Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989) è stato uno scrittore, saggista, giornalista, politico, poeta, sceneggiatore e drammaturgo italiano

Biografia
Leonardo Sciascia nasce l'8 gennaio 1921 a Racalmuto, in provincia di Agrigento (allora chiamata Girgenti), primo di tre fratelli da un impiegato, Pasquale Sciascia, e da una casalinga, Genoveffa Martorelli. La madre proviene da una famiglia di artigiani mentre il padre è impiegato presso una delle miniere di zolfo locali e la storia dello scrittore ha le sue radici nella zolfara dove hanno lavorato il nonno e il padre.

Gli studi: il periodo nisseno
A sette anni Sciascia inizia la scuola elementare a Racalmuto e ben presto si dimostra intenso lettore. Si appassiona anche alla storia, alla scrittura e agli strumenti ad essa correlati, come matite, inchiostro...

Nel 1935 si trasferisce con la famiglia a Caltanissetta dove si iscrive all'Istituto Magistrale "IX Maggio" nel quale insegna Vitaliano Brancati, che diventerà il suo modello e che lo guida nella lettura degli autori francesi, mentre l'incontro con un giovane insegnante, Giuseppe Granata (che fu in seguito senatore comunista), gli fa conoscere gli illuministi e la letteratura americana.
Nel capoluogo nisseno trascorrerà gli anni più indimenticabili della sua vita, come lui stesso confessa nella sua autobiografia, fatti delle prime esperienze e delle prime scoperte della vita oltre ad imprimersi la sua formazione culturale.

Richiamato alla visita di leva viene considerato per due volte non idoneo, ma alla terza viene finalmente accettato e assegnato ai servizi sedentari.
Nel 1941 consegue il diploma magistrale e nello stesso anno si impiega al Consorzio Agrario, occupandosi dell'ammasso del grano a Racalmuto, dove rimane fino al 1948. Ebbe così modo di avere un rapporto intenso con la piccola realtà contadina.
Nel 1944 si unisce in matrimonio con Maria Andronico, maestra nella scuola elementare di Racalmuto. Maria Andronico e Sciascia avranno due figlie, di nome Laura e Anna Maria.
Il suicidio del fratello Giuseppe, avvenuto nel 1948, sconvolge Sciascia lasciandogli un profondo segno nell'animo. Nel 1949 inizia ad insegnare nella scuola elementare di Racalmuto.

Le prime opere: poesie e saggi
Nel 1950 pubblica le "Favole della dittatura", che Pier Paolo Pasolini nota e recensisce. Il libro comprende ventisette brevi testi poetici, "favole esopiche" classiche, con morali chiare, di cui sono protagonisti animaliNel 1952, esce la raccolta di poesie La Sicilia, il suo cuore, che viene illustrata con disegni dello scultore catanese Emilio Greco.Nel 1953 vince il Premio Pirandello, assegnatogli dalla Regione Siciliana per il suo saggio "Pirandello e il pirandellismo".Inizia nel 1954 a collaborare a riviste antologiche dedicate alla letteratura e agli studi etnologici, assumendo l'incarico di direttore di «Galleria» e de «I quaderni di Galleria» edite dall'omonimo Salvatore Sciascia di Caltanissetta.Nel 1954 Italo Calvino scrive, riferendosi a un'opera di Sciascia:Nel 1956 pubblica "Le parrocchie di Regalpetra", una sintesi autobiografica dell'esperienza vissuta come maestro nelle scuole elementari del suo paese. Nello stesso anno viene distaccato in un ufficio scolastico di Caltanissetta. Nel 1961 pubblica "Il giorno della civetta", che racconta la mafia a quell'epoca.

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