Silvio Corbari

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NATO IL 10-01-1923
MORTO IL 18-08-1944
Italia Sirio Corbari meglio conosciuto come Silvio Corbari, è stato un partigiano italiano. Per i numerosi successi nelle operazioni condotte contro le forze di occupazione tedesche, Sirio Corbari è stato insignito della Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria  Medaglia d'oro al valor militare... 

Pubblicato il 08/06/2020


Sirio Corbari meglio conosciuto come Silvio Corbari (Faenza, 10 gennaio 1923 – Castrocaro Terme, 18 agosto 1944) è stato un partigiano italiano.

Per i numerosi successi nelle operazioni condotte contro le forze di occupazione tedesche, Sirio Corbari è stato insignito della Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Biografia
Origini e formazione

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La seconda guerra mondiale e l'adesione alla resistenza
Corbari, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, aderì immediatamente alla Resistenza armata contro le forze di occupazione tedesche e le milizie fasciste che le appoggiavano, entrando a far parte prima della formazione partigiana detta "banda del Samoggia" e successivamente del gruppo detto "banda del camion fantasma" di cui faceva parte Marx Emiliani. Dopo alcune azioni però il gruppo si sciolse, a causa dal ferimento e dalla cattura di Emiliani e Amerigo Donatini, poi fucilati.

La Banda Corbari
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Banda Corbari.
Corbari decise di continuare la lotta nell'Appennino faentino insieme ad altri compagni, di diverse correnti politiche, creando una propria unità partigiana indipendente della quale divenne il comandante, con il nome di battaglia di Silvio, che decise di chiamare "Banda Corbari".

Il 9 gennaio 1944 la formazione assaltò la caserma dei Reali Carabinieri e il presidio militare fascista di Tredozio, senza colpo ferire, occupando il paese che terrà per una decina di giorni, prima che i fascisti possano organizzare una reazione. Tredozio verrà presa e occupata per altre due volte nei mesi successivi.

Per undici mesi la sua formazione si mosse tra i territori delle province di Ravenna e Forlì, effettuando numerosi attacchi ed imboscate ai danni delle forze occupanti, che gli valsero la stima e l'aiuto della popolazione locale.

L'uccisione di Gustavo Marabini
Il ridotto numero dei componenti non impedì alla Banda Corbari di compiere numerose azioni tra cui l'uccisione del Console della Milizia Gustavo Marabini, esponente di spicco del fascismo romagnolo, attirandolo in una trappola. A seguito di un bando emanato dalle autorità della Repubblica Sociale che garantiva l'amnistia ai partigiani che si fossero consegnati spontaneamente, Corbari contattò il conte Francesco Zanetti Protonotari Campi chiedendo di parlamentare con le autorità fasciste: in cambio del suo abbandono della lotta partigiana richiese, oltre all'immunità per i suoi trascorsi, anche un grado nella milizia fascista.[senza fonte]

Il conte Zanetti Portolani organizzò l'incontro fra Corbari e Marabini nel proprio podere, alla presenza anche di Francesco Agnoletti e Tullio Mussolini. Corbari si presentò all'appuntamento assieme ad Iris Versari ed Otello Sisi. La mediazione per la "resa" si protrasse a lungo arrivando alla conclusione che i partigiani si sarebbero consegnati dopo alcuni giorni. Poco dopo essersi allontanati, i tre della Banda Corbari ritornarono al podere sostenendo che per evitare sospetti era preferibile concludere immediatamente, per cui, verosimilmente disarmati, essi salirono sull'autovettura di Marabini insieme all'autista, allontanandosi da soli. Gli altri fascisti rimasti al podere avrebbero aspettato che qualcuno andasse a recuperarli


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